Gallleria Bianca Maria Rizzi Milano

ESPOARTE . In galleria

Testo di Stefano Castelli

 

Sul terreno del paesaggio si giocano alcune delle più importanti questioni politiche attuali. Il paesaggio è spazio di cui bisognerebbe riappropriarsi, e invece è martoriato dagli impulsi visivi del potere, flash abbaglianti che frastagliano la percezione e rendono impossibile la rivolta. In arte, una delle sfide più interessanti è proprio la sua rappresentazione, soprattutto quando si gioca con figurazione e astrazione, a simboleggiare l'intervento dell'uomo sul paesaggio stesso. E' ciò che fa emergere Laura Pugno con i suoi pennarelli, ed è ciò che fa se pur con molta più dolcezza e voce sommessa, Giorgia Beltrami. Quest'ultima sembra innamorata dei luoghi che rappresenta, ma anche scandalizzata. Dalle troppe intersezioni tra natura e artificio, dall'andamento singhiozzante dell'evoluzione visiva dei "non luoghi " della provincia. Opera come volesse ipostatizzare i luoghi che le scorrono davanti, come a congelare per un po' il magma dello stravolgimento progressivo e contraddittorio.Da questo approccio nasce una rivisitazione formale del Modernismo, giocando con l'astrazione, la geometria e il colore adoperato in senso binario, a creare contrasti semplici ma evidenti. Il lavoro con la grafite simboleggia anche la perizia del fare umanistico e riumanizzato, la ricostruzione concettuale, di forme che normalmente sono imposte dall'esterno e subite passivamente dal cittadino/abitante. Il rosso dell'acrilico sembra l'invece un primo rilancio, uno squarcio di realtà sensoriale nella freddezza e nel grigiore. L'astrazione vince sul realismo (così come il rosso sul bianco, da cui pure è costituito in negativo) nei nuovi lavori della serie Respiri, pattern vegetali che si pongono come invasivi ma poi si dileguano da se stessi . Come spunti per una prossima evoluzione delle opere appaiono poi le fotografie , scarnificati e malinconici scorci di paesaggio interrotti talvolta da geometrie astratte appena accennate. Quasi come direttrici di forza e movimento, un accenno di rivitalizzazione. Senza gridare alla rivolta, la Beltrami predispone in silenzio la cassetta degli attrezzi, per una ricostruzione dello spazio visivo condiviso